Alla dolce Mamma del cielo nel mese di maggio

Vergine Maria

Maggio e Maria sembrano come due sinonimi che ci fanno ripetere: iam Hiems transiit… Già l’inverno è passato. Non più le nebbie ed il gelo, ma il sereno e i giorni belli. La nuova vegetazione, la ridente e dolce verdura sono immagini vive delle bellezze di Colei che è vaga come l’Aurora, eletta come il Sole, smagliante come la Luce.

Luci

A lei, che è luce, doniamo la luce materiale di ceri e lampade accese sui suoi candidi altari, simbolo della fiammella che arde nei nostri cuori, alimentata dalla Fede. Ma più che una luce materiale diamogliene un’altra più viva e splendente, la luce dell’anima, la luce della mente procurandoci una più viva conoscenza di Colei, che dopo la Redenzione, è il dono più grande, che Dio abbia fatto all’umanità. Una luce che ci arrechi la gioia di averla spesso nei nostri pensieri, vederla dovunque nelle cose che ci stanno intorno, sentirla nelle vicende.

Fiori

I nostri fiori a Colei che è il mistico fiore di Iesse, la rosa di Gerico, il giglio delle convalli. Diamo i fiori materiali che sorridono belli e olezzanti nei nostri giardini. 

E coi fiori materiali anche i fiori delle virtù, simboleggiate nei fiori. I gigli della bianchezza dell’anima, le viole del più umile sentire, le rose, i garofani di un amore generoso, le palme della mortificazione, del sacrifizio. 

E coi fiori simbolici, i fiori mistici, i così detti: fioretti delle piccole privazioni, dei piccoli atti di gentile richiamo al ricordo, all’offerta, all’amore. 

Canti

Mentre la natura tutta è un risveglio, un canto, una festa al Dio della Creazione, si risvegli anche l’anima nostra a unirsi al canto universale, a inneggiare a Colei che fu assunta, per grazia, a Madre, Figlia e Sposa del Creatore. E sia il canto della voce, nelle preghiere, nelle giaculatorie ardenti. 

Sia il canto del cuore, nella effusione dell’affetto più puro e santo. 

Il canto delle opere di bontà e di zelo che non si arrestino mai nel grande universale concerto della gloria di Dio. È questo canto di opere che mai non s’arresta. 

Quando le labbra, il cuore e la vita finiranno quaggiù, resteranno le opere che saliranno e continueranno a can-tare nelle eterne risonanze del Cielo.

Servo di Dio don Angelo Lolli