Amabilità
Come vi sono i nemici della carità, così vi sono gli amici della carità e sono quelle doti che l’adornano e la rendono non solo benefica, ma anche attraente. Tra queste doti vi è l’amabilità, quella dote per la quale si fa sentire tutto il fascino della carità, ci si rende piacevoli mediante una certa abituale serenità nel volto, bontà delle parole, generosità delle prestazioni.
Il volto è lo specchio dell’anima e, se si vuole che il volto sia sereno, occorre che anche l’anima sia serena. La serenità dell’anima non è cosa tanto facile, bisogna volerla. La serenità è una conseguenza della pace con Dio, col prossimo, con gli avvenimenti.
Con Dio, mediante la sua grazia; col prossimo, mediante il perdono e la dimenticanza di sé; con gli avvenimenti, mediante l’abbandono alla volontà di Dio, con la certezza che Egli ci conduce, ci protegge e ci porterà ad un risultato felice.
Per volerla, bisogna apprezzarla, desiderarla procurarla.
Per procurarla, bisogna mettere in pratica i mezzi che sono sempre efficaci: riflessione, preghiera, risoluzione.
La bontà delle parole è una conseguenza della serenità dell’anima. Essere buoni nelle parole vuol dire non avere nel tono, nelle espressioni, nel fine del nostro parlare, ciò che può far dispiacere al prossimo. Noi possiamo avere delle espressioni che di per sé sarebbero anche buone, ma dette in un tono aspro e sgarbato, suonano offesa o procurano dispiacere.
E, viceversa, vi sono espressioni che di per sé offendono anche se sono dette in forma dolce e garbata. Queste espressioni sono principalmente le critiche e i lamenti.
Le critiche sono disapprovazioni, più o meno nascoste, di cose che appartengono al prossimo. Queste critiche esprimono un pensare male e quindi sono un male. I lamenti sono una manifestazione di un malessere che noi sentiamo, per la nostra salute, per le nostre vicende, per i trattamenti. Per essere generosi nelle prestazioni, bisogna prevenire i desideri degli altri e aver il coraggio di non negarci ad un servizio richiesto. Bisogna prevenire i desideri degli altri, cioè studiare ciò che può far piacere a chi sta attorno a noi. Qui vi è tutto un campo di piccole attenzioni, di delicati pensieri, di piacevoli sorprese, in cui si dimostra la bellezza di un cuore, l’elevatezza di un’anima. Cerchiamo di avere pace e serenità nell’anima, se vogliamo avere pace e serenità nel nostro aspetto esteriore. Per essere buoni nelle parole, fuggiamo la critica e il lamento.
Servo di Dio don Angelo Lolli
(tratto da “La carità. Meditazioni”, don Angelo Lolli, ed. Shalom)