Entriamo nel Tempo benedetto della Quaresima, tempo di silenzio, di combattimento, di penitenza, di preghiera profonda.
Don Alberto Camprini con queste parole ci spiega come il momento della Pasqua sia il tempo giusto per una serie di riflessioni sulla preghiera e per entrare sempre più profondamente in ascolto, in relazione, in dialogo con il nostro Dio.
La preghiera cristiana è un incontro con il Padre attraverso il Figlio Gesù Cristo, nello Spirito Santo. Quindi l’esperienza della preghiera è una esperienza trinitaria.
Normalmente iniziamo la preghiera con il segno della croce, tracciando in maniera ampia e calma sul nostro corpo il segno della redenzione e pronunciando le parole: “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
In questo modo riassumiamo il cuore del messaggio della nostra Fede: il Dio vivente è Padre e Figlio e Spirito Santo.
Il Figlio si è incarnato, ha patito, è morto ed è risorto.
Quindi la preghiera non è solo una esperienza personale ma diventa testimonianza anche solo con un segno di croce ben fatto.
Ma Gesù dove pregava?
Cosa dice a proposito il Vangelo?
In esso ci viene detto che Gesù esce a pregare da solo, di notte, spesso sul monte.
Non sono solo indicazioni casuali, Gesù quando vuole incontrare il Padre è solo, nel silenzio, nel buio.
E quando parla della preghiera dice: “entra nella tua stanza e, chiusa la porta, prega il Padre tuo che vede nel segreto”.
Allora è importante il luogo dove pregare, dove poter vivere l’incontro.
Un luogo dove ci deve essere il silenzio che è l’atteggiamento di fondo che permette e favorisce l’autenticità del nostro incontro, ascolto, dialogo, rapporto con il Signore.
Il silenzio è uno dei fondamenti della vita spirituale, ovviamente non un silenzio sterile, vuoto ma quel silenzio che permette un ascolto vero.
Gesù ha amato in silenzio, Gesù ha vissuto nell’ascolto.
Oggi c’è un grande attentato al silenzio, è il grande assente nella vita degli uomini. C’è tanto rumore, ossessivo, eccessivo.
Spesso siamo portati ad organizzare la vita perchè non rimangano spazi vuoti, spesso ci stordiamo con le voci e i rumori e così diventiamo sempre meno capaci di concentrazione di introspezione, di profondità e interiorità, incapaci di una comunicazione vera.
Senza silenzio, non incontriamo noi stessi e quindi non possiamo incontrare l’altro.
Per Gesù per la Sua cultura, il silenzio era la normalità.
Il deserto garantiva l’ambiente del silenzio.
Il Salmo 37 dice: “Stai in silenzio davanti al Signore, e spera in lui”.
L’incontro con il Signore, il vivente, è possibile se c’è silenzio e ascolto.
In Dio c’è silenzio e Parola.
Nel libro della Sapienza dall’eterno silenzio sgorga la Parola creatrice di Dio.
Gesù ha vissuto il silenzio della vita nascosta a Nazareth, ha vissuto il silenzio nella Passione. Gesù cerca il silenzio di notte, al mattino presto perchè solo il silenzio permette l’ascolto.
Nel primo libro dei Re troviamo il dialogo fra il Signore e Salomone (I Re 3,5). Dice il Signore: “Chiedimi ciò che devo concederti”. Salomone risponde: “Concedimi un cuore ascoltante (letteralmente)”.
Tutti gli amici di Dio hanno vissuto questo atteggiamento di fondo. Pensiamo a Samuele: “Parla Signore, che il tuo servo ti ascolta”.
Noi invece spesso diciamo “Ascolta Signore che il tuo servo di parla”.
Anche in Maria di Nazareth si coglie l’assiduità all’ascolto che si fa meditazione nel cuore e poi sfocia in risposta.
Maria meditava tutte queste cose serbandole nel suo cuore.
Anche Maria di Betania, appena entra in casa si mette ai piedi di Gesù per ascoltarlo. Noi siamo fatti per l’ascolto.
Se non viviamo nel silenzio e nell’ascolto non riusciamo a distinguere la Parola dalle parole, l’ordine dal disordine, il bene dal male.
E ci ammaliamo di una malattia spirituale chiamata “sclerocardia” che significa indurimento del cuore.
Lasciamoci dire dal Signore attraverso il profeta Osea: “Ti attirerò a me, ti condurrò nel deserto e là parlerò al tuo cuore”.
Dopo che Samuele incontrò il Signore acquistò autorità perchè il Signore era con lui e da quel momento non lasciò andare una sola delle sue Parole (1 Sam 3,19).
Impariamo da Gesù a incontrare il Padre nel segreto, nel silenzio, nell’ascolto, senza troppe parole, nella
costanza (pregate sempre senza stancarvi – dice Gesù).
Don Alberto Camprini