Convertirsi e credere al Vangelo
Questa espressione, che abbiamo ascoltato dal sacerdote nel rito dell’imposizione delle ceneri, risuona per tutto il periodo di Quaresima. E’ un invito a ciascuno di noi di vivere questo tempo santo che conduce alla Pasqua di Risurrezione, ponendo al centro della nostra vita l’urgenza di una necessaria conversione con la guida del Vangelo.
“Convertitevi e credete” non significa due cose diverse e successive, ma la stessa azione: converti-tevi, cioè credete; convertitevi credendo! La prima conversione consiste nel credere.
Etimologicamente “convertirsi” vuol dire cambiare strada, scegliere una direzione, un indirizzo. Indica un senso di mutamento, di rivolgimento, di rinnovamento che non tocca tanto le cose esteriori, le abitudini, le vicende a cui è legata la nostra esistenza, bensì la mente e il cuore. C’è non poco da cambiare dentro di noi: è necessario rimodellare la nostra mentalità; avere il coraggio di entrare fin nel segreto della nostra coscienza, dei nostri pensieri, e là, operare un cambiamento, che deve essere così vivo e sincero da produrre una novità.
Tutti abbiamo sempre bisogno di convertirci.
Per capire meglio questo concetto ci riferiamo al navigante il quale deve, di continuo, rettificare la guida del timone e perciò guardare che la direzione sia sempre quella esatta, indicata dalla bussola. Per sua natura, la nostra vita è incline a deviare.
Siamo volubili, fragili; i nostri stati d’animo sono contraddittori, successivi, complicati, e soggetti agli stimoli esteriori, al punto che la nostra rettitudine interiore ne risulta compromessa.
È perciò logico, indispensabile ad ogni stagione ed anno, ad ogni Quaresima, trovare la direzione giusta, per rivolgere il nostro sguardo principalmente a Dio, senza che ci siano distrazioni indotte dalla quotidianità e dagli affanni della vita, per tracciare fra noi e il Signore una linea retta di completa attenzione. San Paolo, nelle sue Lettere, ci dice: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” (Romani 12,2).
Per convertirsi il primo passo consiste nell’ascoltare, nel sentire il richiamo e orientare la nostra mente là dove parte la voce, le parole di Gesù, che devono risuonare sempre nuove dentro di noi. Il segreto sta nel mistero che le parole di Gesù racchiudono. Esse non sono semplicemente esortazioni, suggerimenti, indicazioni, direttive, ordini, comandi. Nella parola di Gesù è presente Gesù stesso che parla, che ci parla. Le sue Parole sono Egli Stesso, Gesù Stesso. E così noi, nella Parola lo incontriamo. E accogliendo la Parola nel nostro cuore, come Egli vuole che sia accolta (e cioè essendo pronti a tradurla in vita) siamo uno con Lui ed Egli nasce o cresce in noi.
Convertirsi significa anche pregare, per aderire sempre più alla volontà del Signore, significa entrare nella logica del Vangelo che è la logica della povertà, la logica dell’accoglienza, la logica del servizio, la logica della fiducia, la logica della speranza, che ci aiuta soprattutto nei momenti difficili, quando le cose vanno di traverso, quando la salute non c’è più.
“Coltivare la speranza significa non darsi mai per vinti: significa sapere che Dio è più forte di tutti i nostri problemi, e che alla fine la spunta; significa sapere infine che la morte non è l›ultimo capitolo della vita… Questo significa preghiera e speranza». (Tonino Bello)
Siamo in cammino: la nostra conversione è iniziata e, giorno dopo giorno, lo Spirito del Signore ci conduce verso la verità tutta intera.