Le parole di Gesù e Don Lolli sui poveri

Gesù ha iniziato la sua predicazione del Regno annunciando le disposizioni spirituali necessarie per conseguirlo; la prima riguarda la povertà: «Beati i poveri nello spirito, perché di loro è il regno dei cieli» (Mt 5, 3).

I poveri che Gesù loda, non sono i fannulloni, gli inetti o i pigri, ma quelli che lavorando per migliorare in modo lecito la loro condizione,
non sono però avidi di guadagno e di ricchezze al punto di riporre in esse il loro tesoro, dimenticando che beni più alti li attendono. D’altra parte, quando Gesù ha detto: “Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione” (Lc 6, 24), non ha condannato i beni materiali, ma il possesso e l’uso sregolati, ingiusti che fanno naufragare il cuore dell’uomo nell’unica ansia dei beni terreni, chiudendolo al desiderio di Dio e alla carità verso i bisognosi.

“La povertà intesa nel senso vero non vuol dire tanto l’assenza dei beni di quaggiù quanto piuttosto l’assenza dell’avidità, dell’attaccamento e dell’amore disordinato a queste cose.

Chiunque non abbia una santa indifferenza verso i beni di questo mondo non può dirsi povero, nel senso indicato da Cristo, e quindi non può meritarsi la promessa beatitudine cristiana. Facciamoci, dunque, questa santa indifferenza che consiste nell’esserne talmente superiori da non preoccuparci eccessivamente se li abbiamo o non li abbiamo; e, se anche li avessimo, dal non darci alla disperazione se fossimo sul punto di perderli.
Pratichiamo la virtù della povertà vivendo distaccati da tutti i beni di questo mondo”.

Servo di Dio Don Angelo Lolli (giugno 1943)

Esercitiamo oggi la povertà del cuore col non desiderar nulla di quello che non abbiamo ed essere soddisfatti e ringraziare Dio di quello che abbiamo, mantenendo sempre viva la fiamma della speranza.

Se vogliamo essere dei santi e dei felici, prendiamo sempre dal lato buono le persone, e cose e gli avvenimenti che Dio ci manda.
SdD don Angelo Lolli