Vedere Dio in tutto

Che cos’è la Fede? Come potremo definirla? Non è semplicemente il credere nei dogmi di Santa Romana Chiesa, riassunti nella Professione di Fede recitata in chiesa durante la Messa. Lo stesso don Lolli la definisce come qualcos’altro.

La Fede è la capacità del cristiano di saper leggere la storia dell’umanità e la propria storia personale, come storia di salvezza, in cui Dio è presente ed agisce sempre, anche quando apparentemente sembra assente. Questa è Fede!

Il cristiano sa che non ha bisogno di guadagnarsi la propria salvezza, perché gli viene regalata in anticipo da Dio. Noi riceviamo il dono della misericordia, dell’amore e del perdono di Dio! La vita del cristiano, quindi, diventa fondamentalmente vita di ringraziamento. Una vita fondamentalmen-te serena anche in mezzo alle difficoltà, perché vissuta con la certezza di non essere abbandonato, di essere sempre tenuto per mano da Dio onnipotente e buono.

Don Lolli è stato raggiunto da questa bella notizia. Sa, con la testa e con il cuore, di essere amato, perdonato, seguito, di essere in compagnia del Signore. E dai suoi scritti si evince questa consapevolezza con una chiarezza straordinaria. Anche in lui c’è stato un cammino di maturazione: da una fede semplice ed entusiasta che aveva in seminario, passa pian piano ad una fede matura in età adulta.

Novello sacerdote, rileggendo la sua storia vocazionale, don Lolli si rende conto di come Dio abbia operato nella sua vita, di come si sia servito delle persone, dell’ambiente e delle circostanze per realizzare il proprio disegno di salvezza. Don Lolli definisce la fede con queste parole: “La Fede consiste soprattutto nel vedere Dio in tutto: vedere tutto in Dio” (1922).
Ha ben compreso che la fede è questo rapporto di fiducia e di amore reciproco tra noi e il Signore, per cui tutto diventa secondario, anche i nostri limiti e peccati.

Nel suo diario riporta le parole del S. Curato d’Ars: “Se noi potessimo intuire anche un solo istante quanto e come Dio ci ama, noi diventeremmo pazzi dalla gioia. Se noi pensassimo cosa vuol dire amare Dio, avremmo terminato di soffrire e incominceremmo il nostro Paradiso qui in terra” (1940).

Deriva da qui la sua grande serenità. Il suo confessore diceva che quando andava a confessarsi don Angelo, alla fine dei suoi giorni, restava sempre colpito dalla sua serenità. Anche lui aveva dei problemi, sia per la sua opera che per la sua salute. Eppure aveva una profonda serenità, che è uno dei segni della sua santità. Ciò gli veniva da questa visione della fede, da questo suo saper leggere la storia.
Don Lolli è un uomo concreto e la sua fede è incarnata; al vedere e al credere deve seguire il “vivere”, il “lavorare per la sua gloria”.
“La fede non è soltanto credere in Dio, ma anche vivere in Dio, cioè pensare spesso a Lui, vedere la sua mano dappertutto, nelle persone, negli avvenimenti, nelle cose, e lavorare per la sua gloria”. (1944). Dio vuole avere bisogno di noi per com-piere il bene, per consolare gli afflitti, per aiutare i malati, per ridare speranza. Perché allora noi non viviamo in pace? La risposta che don Angelo si dà è questa: “Perché dimentichiamo questo punto fondamentale della nostra fede”. Dio tutto sa, Dio tutto può, Dio tutto vuole per il nostro bene.

Padre Dino Dozzi,
ofm della Comunità dei Cappuccini presente a Castel San Pietro (Bo)

(Questa meditazione è stata tenuta il 5 no-vembre 2009 ed è stato il secondo incontro del ciclo di conferenze dal titolo “Percorsi di Fede sulle tracce del Servo di Dio don Angelo Lolli”, che si sono svolte nella Chiesa dell’Opera S. Teresa)