Alluvione, don Graziani: “La nostra terra colpita gravemente, con fratellanza vicini a chi è sofferente “

Carissimi,
in questo periodo storico, così martoriato prima dalla pandemia prima e dalla guerra poi, la nostra terra di Romagna si trova nuovamente a dover fare i conti con un evento catastrofico e drammatico, di dimensioni smisurate. Noi che all’Opera di Santa Teresa  del Bambino Gesù, ogni giorno incontriamo tanti sofferenti ai quali cerchiamo di offrirci con amore, siamo toccati da questa immensa sofferenza collettiva, dovuta alle esondazioni subite. Al di là delle importantissime collaborazioni che sono in atto, siano esse anche piccole, offriamo la nostra disponibilità col cuore e non possiamo non vedere le lentezze umane, che ci fanno sembrare distratti e indifferenti.  Ma poi, le sofferenze delle persone attorno a noi,  attivano queste gare di generosa fraternità nei tanti volontari che si sono offerti.

Attorno all’Opera di Santa Teresa, vedo durante l’anno molti volontari assai generosi e non posso non prendere atto che il volontariato, fatto con continuità, è fonte di gioia e suscita in noi un animo smanioso di elargire solidarietà verso chi ha più bisogno. Il lungo lavoro ancora necessario per smaltire l’immensa quantità di fango che si è riversato nei giorni scorsi nelle nostre casa, cancellando ricordi e sacrifici di una vita intera,  è assolutamente necessario per la ripresa, ma al tempo stesso può essere per noi un incoraggiamento a vivere nella “continuità  del bene fraterno”. Penso che purtroppo le modalità e le regole degli scambi commerciali ci aiutano ad essere medotici, ma non ci aiutano a costruire la fraternità.

Perciò, in questi tempi, la condivisione dei sacrifici e delle fatiche possono essere occasione per far accrescere in noi  quel senso di fraternità e vicinanza, che più ci contraddistingue.  

Don Alberto Graziani,
direttore Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù