“Invitati al banchetto”, all’Opera di Santa Teresa un incontro di formazione dedicato ai volontari

“Invitati al banchetto”: lo sono tutti coloro che ogni domenica – e presto ogni giorno durante il mese di agosto – frequentano gli ambienti dell’Opera di Santa Teresa in cerca di un pasto preparato con cura dai volontari e di un po’ di compagnia. Ma gli invitati al banchetto sono innanzitutto i volontari, quando la Mensa è quella della Parola di Dio e a servire a tavola, fino a lavare i piedi dei suoi discepoli, è Gesù stesso. Attorno a queste riflessioni ha ruotato la serata del 18 luglio: al teatro dell’Opera sono convenuti i volontari di Caritas e Opera, in un evento di formazione promosso dall’Associazione Camminiamo Insieme (la realtà che anima all’interno del Santa Teresa tutte le attività di volontariato in aiuto ai bisognosi).

“Dio, in Gesù, ci ama sempre allo stesso modo” – ha ricordato, accogliendo i volontari, il direttore dell’Opera don Alberto Graziani – “ma la Carità trova forme sempre nuove di essere concreta. Una di queste è la realtà in crescita e in evoluzione della Mensa dei poveri, presente nei locali dell’Opera”.

“Il primo nutrimento per chi vive le opere di carità è quello spirituale” ha fatto eco Simona Scala OV, biblista e direttrice della Scuola di formazione teologica della Diocesi, che ha introdotto il tema del “Banchetto, luogo di carità”, guidando in  una lettura profonda di due brani evangelici: la moltiplicazione dei cinque pani e due pesci e la lavanda dei piedi. “Gesù ha ‘messo a tavola’ una grande folla preoccupandosi che quel momento fosse un momento di fraternità, in cui prima di tutto fosse presente la sua Parola e poi il cibo materiale. Per fornire il quale si è servito dell’aiuto dei discepoli, apparentemente sottodimensionato alla necessità” ha spiegato la biblista. La stessa attenzione Gesù l’ha dimostrata lavando i piedi ai suoi discepoli: “lavare i piedi è il compito dello schiavo, ma per Gesù non significa soltanto dare un po’ di refrigerio ai suoi amici, ma insegnare a tutti noi lo stile del servizio”.

Ammettendo che, come Pietro, a volte i primi a non volerci lasciar servire e amare da Gesù siamo noi, mentre il nostro servizio di carità può essere un momento in cui riceviamo tanto, a volte anche più di quello che diamo. Queste l’esperienza che alcuni volontari, condividendo, hanno testimoniato. Il pomeriggio è proseguito con la celebrazione eucaristica; un momento di affidamento del servizio quotidiano che a breve inizierà, perché anche i “cinque pani e due pesci”, le semplici risorse di ogni volontario, contribuiscano a sfamare il bisogno di cura e di relazione delle “moltitudini” di oggi. Il tutto si è concluso con un momento fraterno nei locali della Mensa, a ribadire il valore spirituale e umano del “banchetto” condiviso con spirito di servizio. 

Riccardo Pollini, Camminiamo Insieme