Scappa da una famiglia “disfunzionale”, l’Opera di Santa Teresa le dà aiuto e cure mediche

Anna (per la privacy, useremo un nome di fantasia) è giovanissima, ha soli 23 anni, ma ha già dovuto affrontare sfide importanti, difficili e tante di quelle situazioni che nessuno alla sua età, e in generale, dovrebbe vivere. Dopo un lungo viaggio, si ritrova per caso a Ravenna e qui, fortunatamente, incontra persone capaci di aiutarla, una rete sociale pronta ad accoglierla.
Anna nasce e cresce in un piccolo paesino del sud d’Italia; ben presto quella casa che dovrebbe farle da guscio e proteggerla, si rivela un posto che le fa paura, da cui desidera fortemente scappare. “Una famiglia disfunzionale”, ci racconta, in cui le violenze fisiche e verbali erano all’ordine del giorno. Dove non poter trovare amore, conforto e comprensione: sentimenti che solitamente un genitore dona naturalmente a un figlio. La 22enne decide così di lasciare un biglietto e chiudersi alle spalle il portone di casa. Questo accade quasi un anno fa. “Non mi cercate”, le sue ultime parole.
Cambia numero di cellulare e grazie a Mauro, un amico, arriva prima in Abruzzo, dove trova una sistemazione momentanea. “Mi hanno accolta due signore del posto – spiega Anna -. Non avevo un lavoro e un posto dove stare. Qui sono rimasta per circa un mese e mezzo; senza di loro avrei vissuto per strada. In seguito, Mauro è tornato a prendermi e sempre in auto ci siamo spostati nelle Marche”.
Dopo un primo impiego h24 da badante, Anna trova un lavoro stagionale in un ristorante. Intanto alloggia nella casa al mare di proprietà di un parente di Mauro. Finita l’estate, però, trovare un’altra occupazione diventa più difficile del previsto. Senza soldi, non può prendere una stanza in affitto e neanche terminare gli ultimi anni di scuola superiore. “A casa avevo iniziato un corso serale per conseguire la maturità, che ho dovuto abbandonare. A 19 anni ero già sposata. Un matrimonio di convenienza, di interessi tra famiglie” prosegue la 22enne. Mauro dice ad Anna che non l’avrebbe mai abbandonata per strada, così, iniziano un nuovo viaggio e arrivano in Emilia-Romagna.
“Non avevamo una meta, – racconta Anna – diciamo che ci siamo dovuti fermare a Ravenna perché avevamo finito la benzina. Oggi, posso aggiungere che è stata una vera fortuna finire in questa città”. Era il 29 ottobre, quando Anna e Mauro, alla ricerca del Centro d’ascolto della Caritas, si ritrovano davanti all’ingresso dell’Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù. Qui incontrano Filippo, responsabile delle attività istituzionali della Fondazione, che li accoglie e avvia i primi contatti con la Caritas diocesana e in seguito con i servizi sociali del Comune di Ravenna. “Siamo rimasti nel dormitorio di San Rocco per diverso tempo, dopo la mia richiesta è stata presa in carico dagli assistenti sociali, che mi hanno trovato una nuova sistemazione. Mauro, finalmente, è potuto ritornare a casa sua, questa volta a cuor più leggero”. La ragazza ha bisogno anche di visite e cure mediche, per alcune infezioni contratte vivendo in auto e per strada. Tuttavia non può fare richiesta di medico di base, in quanto non ha ancora la residenza a Ravenna. Grazie all’Opera di Santa Teresa e al suo Polo sanitario, riesce ad accedere gratuitamente a visite specialistiche e ai farmaci necessari a intraprendere la terapia. La Fondazione di via S. Teresa, infatti, permette alle persone indigenti e più fragili, segnalate dalla Caritas diocesana, di ricevere gratuitamente o a un costo ridotto farmaci e assistenza sanitaria.
Anna intanto ha trovato un lavoro. “Il mio più grande sogno, adesso, è quello di terminare gli studi e iscrivermi all’Università. Laurearmi in sociologia e trovare un impiego nel sociale. Vorrei poter aiutare chi si trova in difficoltà, come qualcuno ha fatto con me, ridandomi speranza nel futuro”.