STORIE DALL’OPERA / Lina Errani, una vita in povertà: “Per amare veramente Dio, bisogna spogliarsi di tutto”

Lina Errani è stata una persona molto cara e vicina all’Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù. Si è spenta lo scorso 2 novembre all’età di 92 anni, assistita fino alla fine nella sua camera, come aveva sempre voluto. Non amava gli ospedali e temeva il ricovero. Per questo, quando le sue condizioni di salute peggiorano, lascia scritto che avrebbe desiderato morire nel suo umile alloggio, all’Opera di Santa Teresa. La sua vera e unica casa. Lina cresce con la sua famiglia a Villanova. Racconta agli altri ospiti della Casa della Carità, comunità familiare dell’Opera dove viveva dagli ultimi 10 anni, di aver conosciuto il suo fondatore, don Angelo Lolli. Ricorda bene anche i benefattori dell’Opera che passavano nelle campagne ravennati e raccoglievano beni alimentari per i poveri. All’età di 17 anni, giovanissima, decide di fare volontariato e così insegna taglio e cucito alle donne della città. Terminato il corso, don Lolli chiede alle partecipanti se qualcuna di loro sentiva di consacrarsi a Dio e Lina alza la mano. <<Aveva già chiara la sua vocazione – spiega Stefania Ferri, volontaria insieme a Lina di Atalsi e ospite della Casa delle Carità -, infatti, a 21 anni lascia una lettera alla famiglia, che avrebbe preferito per lei il matrimonio, e si trasferisce all’Opera di Santa Teresa. Qui si consacra come suora della Piccola Famiglia di Santa Teresa di Gesù Bambino>>.

Lina Errani con Stefania Ferri

Lina lascia la vita comunitaria dopo 22 anni e mantiene la sua consacrazione in veste laica. Vive senza abito, ma in povertà, castità e obbedienza. È solita trascorrere le vacanze estive in Trentino, così durante una delle sue permanenze a Trento le viene chiesto di aiutare una famiglia. La mamma era morta di parto, lasciando il padre con due figlie, entrambe malate. La più piccola di 8 anni, Fabiola, aveva una grave disabilità e forma di autismo. Lina decide di farsi carico della piccola, così dopo qualche mese la porta a Ravenna con sé. <<Doveva trattarsi di una situazione di affido temporanea – prosegue Stefania -, in realtà non si separeranno più. Lina ci ha raccontato che la prima volta che vide Fabiola, lei le saltò subito addosso chiamandola “mamma”>>. Inizialmente vivono a Villanova, a casa della mamma di Lina, che aveva bisogno in quanto molto anziana. Fabiola grazie a Lina frequenta i centri diurni della cooperativa La Pieve, fa fisioterapia, piscina e mantiene i rapporti con il padre e la sorella.  Lina intanto continua a svolgere volontariato all’Opera, è una tuttofare. Quando la disabilità di Fabiola si aggrava, Lina la porta in una struttura de La Pieve a Campiano, per garantirgli le cure migliori. Fabiola muore all’età di 33 anni. La vita di Lina è sempre rivolta alla sua vocazione, presterà volontariato all’Opera di Santa Teresa di Faenza a Ravenna fino all’età di 83 anni. Dopo si trasferisce definitivamente alla Casa della Carità, mantenendo sempre uno stile di vita sobrio e umile. <<Non ha mai pensato ai soldi, viveva in povertà assoluta. Donava tutto quello che aveva. E ne è la prova l’amore per Fabiola. Un amore smisurato, come quello di una vera mamma. Ci diceva sempre che “per amare veramente Dio, bisognava spogliarsi di tutto”. Nel suo piccolo alloggio avresti trovato poco: una decina di vestiti (usava sogli indumenti che venivano donati alla Fondazione), una piccola televisione, un armadio e un letto>> aggiunge Stefania Ferri. 

Lina Errani muore a 92 anni per alcune fragilità cardiache. <<Ha sempre rifiutato il ricovero, infatti gli ultimi tempi era assistita a domicilio>>. Voleva restare tra gli affetti di quella comunità familiare, la Casa della Carità, diventata ormai la sua famiglia. <<È stato uno dei punti fermi più importanti della mia vita. Da Lina ho imparato che donare la propria vita al prossimo non è facile, ma possibile. Per farlo bisogna infatti avere una grande vocazione spirituale e la volontà di spogliarsi di tutto, in particolare dei beni materiali. Per noi e per tutta l’Opera di Santa Teresa, resterà un esempio di grande coraggio. “Dio mi ama e io amo lui”, le parole che ci ripeteva sempre>> conclude Stefania. 

Dal Risveglio, 24 novembre